5. Pergamene

L’archivio storico del comune di Carrù conserva una nutrita serie di pergamene debitamente sistemante in una cassettiera metallica che permette di conservarle evitando piegature o arrotolamenti: si contano più di quaranta documenti compresi tra il XIII secolo e il XVIII secolo.

Documenti così antichi e redatti su pergamena raccontano le origini della comunità di Carrù perché proprio in quei tempi si vennero definendo le leggi (si vedano gli Statuti comunali del 1380), i possedimenti attraverso atti di compravendita, le concessioni fatte da parte dei regnanti alla città e tutti quegli atti la cui importanza si riflette ancora oggi sulla città di Carrù. 

Il comune di Carrù, a partire già dal XIX secolo, è ben consapevole della preziosità di questa documentazione che ha conservato, elencato e descritto nel corso dei decenni.

La cura nella conservazione delle pergamene ha permesso di poter ammirare e leggere ancora oggi questo tanto delicato quanto importante patrimonio documentale. 

Ed è proprio in una di queste pergamene, leggermente più recente, siamo nel 1571, che il Papa Clemente X raccomanda alla comunità di Carrù, attraverso un rotolo monitoriale, una particolare attenzione alla conservazione dell’archivio e dei documenti in esso contenuti. Si legge che chi sia a conoscenza della sottrazione di carte dall’archivio è tenuto a denunciare il fatto. Pena: la scomunica papale. A tale argomento, ritenuto più importante di altri, è dedicato il primo capitolo di tale rotolo:

primo si monisce ogni persona di qualsivoglia stato, grado, conditione, niuno eccettuato, qual sapesse, ò in qualsivoglia modo fosse informata che terze persone nelli anni à dietro fossero andate in compagnia di chi teneua la chiaue dell’Archiuio pubblico, ò pure da solo et (nel testo &) da esso habbino preso et (nel testo &) esportato via sotto qualsivoglia pretesto o causa scritture d’ogni sorte, cioè Quittanze de pagamenti […], Mandati […], stromenti di transationi, e conuentioni […] debba propalare, et manifestare sotto pena di Scomunica Papale.

Rotolo monitoriale di Papa Clemente X del 1571. Si noti il sigillo cum filo canapis
Versione a stampa del rotolo

Come già detto il supporto pergamenaceo, più prezioso soprattutto in tempi più remoti, era quello su cui venivano redatti i documenti più importanti per l’amministrazione e i privilegi della comunità. Alcuni sono stati citati nell’articolo appena riportato (strumenti di transazioni, convenzioni etc.). 

Uno dei più antichi conservati nell’archivio del comune di Carrù è proprio una concessione fatta dal duca Roberto d’Angiò alla città di Carrù nel 1338 e riguardava l’utilizzo delle acque e dei canali.

Concessione del Duca Roberto d’Angiò alla comunità di Carrù per l’utilizzo dell’acqua dei canali provenienti da territori limitrofi – 1338

Le concessioni e i privilegi erano rilasciate dai monarchi anche per i mercati che rappresentavano il nucleo della vita economica e commerciale delle comunità, quindi poterli tenere, anche in più giorni della settimana, era un privilegio importante e desiderato. I mercati riguardavano le principali risorse economiche del territorio. In una città come Carrù fondamentali furono il mercato del grano e il mercato dei bozzoli. Per ultimo, ma non sicuramente per importanza, se consideriamo anche l’evoluzione contemporanea legata alla Fiera del Bue Grasso, bisogna ricordare il mercato del bestiame.

Concessione del duca Emanuele Filiberto di Savoia alla comunità di Carrù per tenere il mercato del grano in loco – 2 gennaio 1531